Ansia e stress
Potrà esserti capitato di imbatterti in eventi o situazioni inaspettate in cui inizi a temere conseguenze catastrofiche per te stesso. Spesso ti accompagno vissuti di ansia o paura, o, a volte, anche di agitazione.
L’ansia può esprimersi in sintomi più corporei o più mentali; i più comuni sono palpitazioni, tremori, soffocamento, tachicardia, paura di impazzire, sensazione di distacco da Sé o dalla Realtà esterna.
La salute fisica, le relazioni sociali / lavorative / amicali, paure specifiche (insetti, sangue, voli, ecc..), situazioni di performance (lavoro, scuola, università, sport), cambiamenti importanti (matrimonio, gravidanza, cambi lavorativi, trasferimenti, pensionamento) sono i contesti più gettonati in cui ansia, paura, agitazione o stress possono emergere.
Unisce queste situazioni spesso un filo conduttore: la paura di perdere il controllo di te stesso e di non essere in grado di affrontare ciò che ti succederà!
Come posso aiutarti a superare l'ansia?
Ecco l’esempio di Giulia:
Giulia mi chiede aiuto, perché nell’ultimo periodo ha iniziato a soffrire di ansia per il lavoro (operaia su turni diurni e notturni), con sensazioni di nausea, palpitazioni, tachicardia. Mi racconta che incominciava ad avvertirsi in ansia già qualche giorno prima di rientrare a scuola dopo la pausa di routine, rimuginando su possibili situazioni scomode, anticipando conseguenze catastrofiche: se le gambe le fossero cedute di fronte ai colleghi, se fosse stata incapace di far fronte, da sola, ad una mole di lavoro nei giorni più intensi o nel caso di molte richieste da parte del capo area.
Ha iniziato a chiedere al responsabile un orario lavorativo ridotto, allo scopo di evitare la comparsa di sintomi ansiosi in situazioni inopportune che l’avrebbero esposta a conseguenze secondo lei disastrose.
In questi casi la prima cosa da fare è aiutarla a comprendere i motivi che hanno contribuito alla genesi dell’ansia, con quale dinamica l’ansia si manifesta in certe situazioni e quali comportamenti la mantengono.
Con il mio aiuto, Giulia è riuscita a comprendere che l’ansia emergeva in seguito a situazioni in cui lei non si sentiva riconosciuta in termini di capacità e di qualità personali. Anzi, insieme abbiamo visto che si sentiva peggio ogniqualvolta qualcuno, anche involontariamente, con parole o atteggiamenti le esprimeva quanto fosse un “problema” allarmandola su alcuni aspetti della\ propria vita (essere madre e moglie), per lei molto importanti. Sentendosi “non abbastanza in grado” su un ruolo per le molto significativo, anche la stessa Giulia ha iniziato a raccontarsi in termini di incapacità, iniziando ad evitare situazioni ed esperienze che in realtà le piacciono, per timore che i sintomi ansiosi potessero comparire, lamentandosi continuamente delle sue preoccupazioni. Ha iniziato a vivere la sua ansia come qualcosa di minaccioso/catastrofico per l’equilibrio del suo contesto familiare. Evitando esperienze con la famiglia, ha iniziato ad autoescludersi mantenendo la sensazione di non essere riconosciuta / compresa e di essere un problema per le persone per lei più significative (il marito e le figlie). Ed ogni volta che sperimentava questa sensazione, aumentavano i sintomi ansiosi al rientro a lavoro, probabilmente motivato dal fatto che non è mai stato il mestiere che avrebbe voluto fare nella sua vita (era appassionata di botanica, perfino laureata in erboristeria), e al contempo le portava via molto tempo dalla famiglia, rafforzando la sensazione di esclusione e di distacco dai momenti in cui il marito e le figlie erano insieme.
Attraverso l’utilizzo del Diario e di “compiti per casa”, Giulia ha iniziato a comprendere in riferimento a quali episodi e sensazioni si generassero i sintomi ansiosi. Così facendo ha potuto cogliere il senso che l’ansia aveva nella sua vita (non solamente lavorativa), riappropriandosene. Successivamente ha potuto individuare possibilità alternative di agire (invece di autoescludersi, cercare di coinvolgersi in momenti per lei piacevoli e da molto tempo desiderati, spesi con le figlie e il marito). Nei momenti di ansia, le ho consigliato di non cercare di modificare i segnali del corpo (es. respirazione, battito cardiaco) con azioni assecondanti (es. interrompere l’attività che stava svolgendo per coricarsi perché avvertiva il battito cardiaco più veloce), perché avrebbe con le sue azioni alimentato il sintomo ansioso e la sua anticipazione.
Un consiglio (che non rappresenta la terapia dei disturbi d’ansia) è comportarsi in modo coerente con la condizione di salute fisica, perché quando sei in ansia, le modificazioni corporee che avverti non definiscono uno stato di malattia fisica; ciononostante ti fanno cadere nel tranello di aver bisogno di non faticare altrimenti il cuore non ce la fa, o di fare respiri profondi altrimenti non dai troppa aria ai polmoni, quando invece il battito cardiaco accelerato o il respiro affannoso non sono causati da deficit a livello cardiaco o respiratorio, bensì da un evento quotidiano che ha scatenato ansia.å
Se anche tu vivi nell’ansia per uno o più ambiti personali e desideri comprendere i motivi e come poterne uscire, contattami a psi.ciaccia@gmail.com oppure prenota un appuntamento!